Dist. da attacchi di panico

Che cos’è il disturbo da attacchi di panico

Il disturbo da attacchi di panico è un disturbo d’ansia, caratterizzato da frequenti ed inaspettati attacchi di panico.


Si ha un attacco di panico quando l’ansia o la paura provate sono così intense da produrre alcuni dei seguenti sintomi mentali e fisici:

▪  palpitazioni o tachicardia;

▪  sensazione di asfissia o di soffocamento;

▪  dolore o fastidio al petto (es. senso di oppressione toracica);

▪  sensazioni di sbandamento o di svenimento (es. debolezza alle gambe, vertigini, visione annebbiata);

▪  disturbi addominali o nausea;

▪  sensazioni di torpore o di formicolio;

▪  brividi di freddo o vampate di calore;

▪  tremori o scosse;

▪  bocca secca o nodo alla gola;

▪  sudorazione accentuata;

▪  sensazione di irrealtà (derealizzazione) o sensazione di essere staccati da se stessi (depersonalizzazione);

▪  confusione mentale;

▪  paura di perdere il controllo o di impazzire;

▪  paura di morire.

 

Gli attacchi di panico possono durare da alcuni minuti ad alcune ore, in media durano venti minuti. Per avere un disturbo da attacco di panico ci deve essere un primo episodio inaspettato, seguito da altri episodi che possono diventare sensibili alla situazione, ovvero manifestarsi solamente in determinate situazioni, oppure in tutte le situazioni dalle quali sarebbe difficile o imbarazzante uscire (agorafobia).

Nel periodo di tempo successivo ad essi, il paziente si preoccupa sia dell’eventuale ripresentarsi di questi, che delle loro implicazioni (es. gravi malattie come cardiopatia ed ictus, perdita di controllo della propria vita, perdita di controllo della propria mente o pazzia).
Il disturbo di panico è una patologia piuttosto diffusa, ingravescente e fortemente invalidante. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne soffre tra l’1,5% e il 3,5% della popolazione mondiale, soprattutto donne.
Solitamente il decorso del disturbo è cronico, ma mentre alcune persone ne soffrono in modo continuativo, altre presentano intervalli di anni senza attacchi di panico.

 

Dopo l’insorgere del disturbo alcuni pazienti sviluppano comportamenti di evitamento o comportamenti protettivi.

Tra i comportamenti di evitamento più diffusi si riscontrano:

▪  non utilizzare automobile, autobus, metropolitana, treno o aereo;

▪  non frequentare luoghi chiusi (es. cinema);

▪  non allontanarsi da zone considerate sicure (es. casa);

▪  non compiere sforzi fisici.

I comportamenti protettivi più diffusi risultano essere:

▪  portare con sé farmaci per l’ansia;

▪  muoversi solo in zone in cui sono presenti strutture mediche;

▪  allontanarsi da casa solo se accompagnati da persone di fiducia;

▪  tenere sempre sotto controllo le uscite di sicurezza.

 

Conseguenze del disturbo di panico

Il disturbo di panico può essere particolarmente invalidante in quanto ha ripercussioni sulla vita lavorativa, familiare e sociale della persona che ne soffre.
 La riduzione dell’autonomia, conseguente all’attuazione dei comportamenti protettivi e di evitamento, danneggia la qualità della vita di chi ha il disturbo e dei suoi congiunti, e il senso di efficacia personale e la stima di sé.
Il decremento dell’efficacia personale e dell’autostima, inoltre, a lungo andare possono portare a una depressione secondaria.


 

Differenti tipi di trattamento

I trattamenti per la cura del disturbo di panico riconosciuti come più efficaci sono la farmacoterapia e la psicoterapia. 
La teapia è a base di benzodiazepine e antidepressivi di nuova generazione.
 A volte questo trattamento risulta risolutivo, ma spesso, all’interruzione della farmacoterapia, la sintomatologia si ripresenta. I farmaci, infatti, in tempi relativamente brevi riducono l’intensità dei sintomi che caratterizzano il disturbo, ma sembra lascino inalterate le sue cause. I farmaci, abbassando i livelli di sofferenza soggettiva e d’ansia di chi ha un disturbo di panico, creano le condizioni favorevoli per un intervento psicoterapeutico efficace.
 Per tali motivi spesso si consiglia al paziente di seguire sia un trattamento farmacologico, che uno psicoterapeutico.
Come attestato da diversi studi empirici, attualmente la psicoterapia più efficace per il disturbo di panico è quella cognitivo-comportamentale.